sabato 14 aprile 2012

La FOM impone la censura in Cina e Bahrain

Qualcuno nell’ambiente della Formula Uno probabilmente pensava di aver già toccato il fondo di questo sport, quando giovedì la FIA e Bernie Ecclestone hanno dato il via libera al prossimo Gran Premio del Bahrain, in programma il 22 aprile. Invece si sbagliavano …

La pratica di non emettere giudizi o, di non prendere posizioni è molto diffusa nel Circus tra piloti, team principal, addetti ai lavori, incapaci di esprimersi prima che la Federazione o Bernie Ecclestone parlino.
La Formula Uno corre in Cina e ci si dimentica che in questo Paese i diritti umani sono un lontano optional; la libertà di navigare in internet ad esempio è un sogno, se si pensa che 65.000 addetti pagati dallo Stato, controllano tutti coloro che si collegano a un web segnalando  eventuali infrazioni come ad esempio inserire le parole “protesta”, “manifestazione” e “diritti” in qualunque motore di ricerca.

Ma la Cina ormai è una potenza economica, tutti vi fanno affari, compreso lo sport, e la politica repressiva del governo passa in secondo piano.

Ci sono però  gruppi di manifestanti  che  intendono  organizzare proteste attorno al circuito oggi e domani con lo scopo di richiamare l’attenzione internazionale verso queste problematiche.  Ecco allora che la  FOM decide di imporre alle televisioni accreditate a seguire il Circus la censura di immagini riguardanti questi gruppi  che comprometterebbero l’immagine della Cina. Come si faceva nei regimi comunisti e fascisti, la FOM ha inviato una lettera ai rappresentanti delle TV.

Franco Bortuzzo, inviato della televisione italiana RAI,  dopo la cronaca delle prove libere del venerdì e la conferma ufficiale del Gran Premio del Bahrain, ha così citato il comunicato della FOM in una delle dirette effettuate: "Visto che sono attese sabato e domenica proteste da parte dei cinesi che chiedono maggior rispetto per i diritti umani nel Paese, gli organizzatori ci invitano caldamente a non filmare suddette manifestazioni, tanto più che i nostri riversamenti di immagini sono sempre controllati dalle autorità cinesi".

Si rimane basiti davanti a questo comunicato. Non ci si vuol credere. Abbiamo poi saputo che le immagini passano attraverso un filtro cinese e in ogni caso chi non rispettasse la censura FOM, subirebbe comunque tagli dai dirigenti locali. Su queste basi si sta costruendo la trasferta vergognosa in Bahrain. Un Paese al centro di contestazioni continue, dove ancora è fresco il sangue di 46 dimostranti uccisi negli ultimi 12 mesi.
La Formula Uno, dopo la riunione tra i team principal di giovedì pomeriggio a Shanghai, si dice felice di poter andare in quell'emirato, Ecclestone urla che non ci sono problemi, che quelli li crea la carta stampata
Il presidente della Federazione, il francese Jean Todt,  ha ricevuto le assicurazioni necessarie ed ha visitato il Bahrain i primi giorni di novembre 2011. Qualcuno dovrebbe ricordarli che sono passati 6 mesi.

Stando quindi alle ultime informazioni la FOM di Ecclestone impedirà di mostrare quel che accadrà a Manama nel caso di contestazioni, violenze, repressioni, sparatorie. Dunque, se le televisioni non documentano, i fatti non esistono. Per la gioia del regime del Bahrain e del suo monarca, tanto amico del mondo della Formula Uno.

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